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Un Po' di Storia

L’uomo nasce duttile e fragile.
Alla sua morte è duro e rigido.
Le piante sono tenere e piene di linfa.
Alla loro morte avvizziscono e si seccano.
Quindi ciò che è rigido e indeformabile
È discepolo della morte.
Ciò che è morbido e modellabile
È discepolo della vita.
Ecco perchè un esercito privo di flessibilità
Non potrà mai vincere una battaglia.
Un albero che non si piega viene facilmente spezzato.
Chi è forte e rigido soccomberà.
 Mentre chi è tenero e fragile avrà il sopravvento.


La tenerezza trionfa sulla durezza
La debolezza sulla forza.
Ciò che risulta più duttile
È superiore a ciò che è immutabile.
È questo il modo per controllare i fenomeni:
Accompagnandosi ad essi.
È questo il principio della supremazia
Ottenuta adattandosi alla situazione.




Ogni giorno allenati, ogni giorno sforzati,
se un giorno non ti alleni, dieci giorni persi.

Una mente arrabbiata,
è una mente limitata.

Tieni la mente al centro, senza oscillazioni.
Sii calmo di spirito e non ti distrarre assolutamente.
Devi essere fluido e sensibile, libero e aperto.
Anche se il corpo è tranquillo non rilascare l'attenzione;
non lasciare che il corpo venga influenzato dalla mente, o viceversa.
Controlla la mente e lascia libero il corpo.

Il jujitsu (柔術, jūjutsu) è un'arte marziale giapponese il cui nome deriva da jū (o "jiu" secondo una traslitterazione più antica) ("flessibile", "cedevole", "morbido") e jutsu ("arte", "tecnica", "pratica"). Veniva talvolta chiamato anche taijutsu (arti del corpo) oppure yawara (Kun'yomi di jū). Il jūjutsu era praticato dai bushi (guerrieri), che se ne servivano per giungere all'annientamento fisico dei propri avversari, provocandone anche la morte, a mani nude o con armi.

Il jūjutsu è un'arte di difesa personale che basa i suoi principi sulle radici del nome originale giapponese: Hey yo shin kore do, ovvero "Il morbido vince il duro". In molte arti marziali, oltre all'equilibrio del corpo, conta molto anche la forza di cui si dispone. Nel jujitsu, invece, la forza della quale si necessita proviene proprio dall'avversario. Più si cerca di colpire forte, maggiore sarà la forza che si ritorcerà contro. Il principio, quindi, sta nell'applicare una determinata tecnica proprio nell'ultimo istante dell'attacco subito, con morbidezza e cedevolezza, in modo che l'avversario non si accorga di una difesa e trovi, davanti a sé, il vuoto.

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